Scritto per la pagina Facebook della rivista “sulla quarta corda
Una donna sul letto guarda l’orologio sul muro, lo fissa, tanto da sembrare letteralmente immobile. non chiudere neanche le palpebre.
Tic tac
Passa un secondo, un secondo infernale fatto di silenzio e parole non dette, pensieri inespressi che vorrebbero venir fuori tutti in una volta ma si intasano nella gola e nel cuore.
Tic tac
Un altro secondo, un altro brandello di pelle che va via, un’altra ragione, un altro pensiero che brucia in quella che è la fame di un’anima troppo colorata, troppo esposta come un nervo senza cute.
Tic tac
Non risponde nessuno, nessuno chiama, nessuno arriva, non si muove nulla, solo il sangue rosso nelle vene, spinto da un cuore acceso lì ad alimentare una mente che tra un secondo e l’altro vive vite intere.
Tic tac, Tic tac, Tic tac
Il fiume del tempo scorre pian piano, silenzioso, e forse per questo fa così male mentre trascina via le cose a te più care, via, via dalla gioia dei tuoi occhi, via dal piacere delle tue orecchie.
Tic tac… Tic tac
Nessuno, non sono sola; nessuno arriva, non sono sola, nessuno viene alla mia porta; non sono sola, nessuno arriva alla mia porta e la apre; non sono sola, nessuno arriva alla mia porta, la apre e mi dice…
Tac tic
Le lancette dell’orologio perdono un secondo, forse???
Tac tic
Ancora un altro secondo, forse davvero?
Tac tic Tac tic Tac tic…
Forse davvero sta tornando a ridarmi il suo sorriso?
A me bastava solo questo e nient’altro…
Add Comment