Scritto per la pagina Facebook della rivista “sulla quarta corda”
Riflettevo proprio oggi su cosa significhi cambiamento, come possa avvenire, come si svolge e perché farlo.
Come può una persona migliorare qualcosa che è stata costruita, attimo dopo attimo, in tutta la sua vita…
La risposta è davvero semplice: non può accadere, le persone non cambiano.
Detto ciò… si può essere d’accordo o meno, si può definire questo post banale e una vera perdita di tempo, ma sotto sotto sapete che è così,
le persone non cambiano e ve ne dovete fare una ragione.
Però mi capita spesso di guardare le mie cicatrici sulle dita e sulle gambe e mi domando se senza di loro, sarei stato così, se sarei stato io. Ma io sono davvero io?
Cosa significa essere se stessi? Respiri, pensieri, sudore, cicatrici, atomi che si uniscono nel pensiero di un attimo.
E passando le mani ancora una volta sulla mia pelle, capisco che noi persone siamo come gli alberi:
esseri viventi che pretendono di toccare il cosmo senza riuscirci, incoscienti del fatto che ne facciamo parte da sempre.
Siamo come gli alberi che danno frutti: alcuni di noi fanno frutti succosi e altri venefici,
che, per quanto tossici, hanno diritto di fare parte del Dharma.
Mio padre non ha studiato: era uno scultore che avvelenava la sua anima facendo l’operaio sotto padrone
e la ripuliva coltivando la terra – quella terra dura, secca ma giusta – con tanta sacra dignità che io non ho.
Un giorno, mentre irrigavamo i campi di notte, io ero perso nella visione della via lattea,
lui nel pensiero di innestare un albero di arancia amara a limone… Arancia amara a limone?
A dirlo cosi sembra un’assurdità, ma tutti gli alberi di limoni che ho visto in vita sono “arance amare”:
da una cosa a un’altra restando la stessa cosa, un cambiamento drastico – quanto basta per essere altro, per essere se stessi sotto un’altra luce.
E forse anche noi siamo così; sotto queste cicatrici nella mia anima forse si nasconde l’albero che sono,
sotto queste ferite c’è solo la stessa linfa, lo stesso sangue che mi ha reso diverso, mi ha cambiato in un’altra prospettiva.
Siamo come gli alberi ma non vogliamo ammetterlo, siamo come ogni creatura ed energia in questo strano universo;
siamo diversi perché abbiamo intaccato la nostra pelle, le nostre anime, fino in profondità e
nelle ferite abbiamo messo il nostro futuro, in modo tale che si nutra del nostro passato,
per inseguire i nostri obiettivi, per guardare, anche da grandi, la bellezza del cielo notturno solcato dalla via lattea.
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