-Belle le stelle, vero? Sembra un mare liscio solcato da una piccola barca a vela, in cui noi stessi ci possiamo specchiare!-
Un uomo sulla cinquantina sdraiato su un tappeto osserva le stelle da una duna.
–Come riesci a rovinare tu questo piacevole silenzio non lo riesce a fare nessuno, neanche i cammelli porcelli! – dice una giovane donna sdraiata accanto a lui.
–Non apprezzi l’armonia della poesia, mia giovane “patatawan “ – risponde sorridente l’uomo con tono sarcastico alla giovane, inspirando l’aria del deserto.
–Hai ragione “Ziestro “ – ridacchiando la donna, che nel dire la frase riproduce in modo giocoso una voce meccanica, artificiale di “darth vader”, ma incapace di nascondere completamente le risate che queste parole le tirano fuori.
– Brava, ricordati che sono il signore dei “Sitditi” e dei “guardacelo “
La giovane donna scoppia in una risata e porta alla bocca le mani; nel movimento un po’ di sabbia le finisce in bocca e inizia a sputacchiare sassolini tra una risata e l’altra, risate che diventano contagiose per l’uomo.
-Si, ma smettila di mangiare ritrovamenti del periodo Protodinastico! –
L’uomo si asciuga le lacrime dal volto segnato dal sole e da qualche ruga prima di iniziare a ridere e poi a tossire contemporaneamente.
– Protoplastico hahaha ! – incalzò la giovane.
I due riempiono l’aria di risate. Si sentono dei passi in lontananza avvicinarsi, accompagnati da una voce sottile ma sempre più vicina che dice urlando:
-Abi! Abi!-
L’uomo si gira sul ventre e osserva il giovane correre verso di loro tentando di attirare l’attenzione. Con uno scatto fulmineo si mette in piedi e altrettanto velocemente gli va incontro correndo.
–Shabun, tutto bene? Perché urli?–
Arrivati uno di fronte all’altro, l’uomo più maturo prende per le spalle il giovane mentre con insistenza ripete ancora parole incomprensibili in arabo.
–Shabun!,Shabun! Cacchio, mi stai facendo spaventare, che è successo? Parla una lingua che posso comprendere!–
Il ragazzo alza il dito e lo punta verso la strada percorsa, ricominciando a ripetere parole in arabo con tale velocità che diventano suoni gutturali, simili a una cantilena rivolta a degli dei dimenticati. Il giovane è talmente preso dall’accadimento che fa spaventare ancor di più l’uomo, che lo scuote alzando la voce:
-Mohamed!- Dice il suo nome urlando, il ragazzo si interrompe comprendendo le difficoltà linguistiche del Professore: – Abi, nulla di grave, scusa, abbiamo trovato il buco, la mushkila, trovato buco, vieni Abi, vieni dai yalla! yalla!-
-Ialla Ialla stocazzo, Shabun! Un giorno mi farete prendere un infarto…-
Il professore sospira e tossisce come se gli mancasse il fiato di colpo,mentre il ragazzo corre sui suoi passi blaterando altre parole incomprensibili. Nel frattempo la giovane si avvicina al Mentore e gli domanda:
–Tutto a posto, professore?–
–Sì, sì, è che mi ha fatto terrorizzare!–
–Ma sai com’è Sa’dun– –Un giovane che vuole uccidermi? – chiede il professore annunciando un altro bel colpo di tosse.
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