La scrittura della musica è una cosa che è arrivata davvero per caso: non so esattamente come sia stata possibile, ma sicuramente deriva da una ramificazione della poesia; beh, almeno nel mio caso.
I primi testi che ho scritto furono per i “Lost Souls”, un piccolo gruppo musicale di cui facevo parte e che si dedicava al trash metal: un’esperienza certamente divertente, ma da accantonare. Come ogni evoluzione, riscoprii l’interesse per questo nuovo metodo di espressione in modo più efficace e studiato che andava oltre quei primi tentativi trash metal. Tentai quindi di fare il salto da poeta a paroliere inizialmente con poco riscontro pratico, dal momento che non trovavo chi musicasse i testi. Questo cambiò quando incontrai Ciccio Cucinotta e Marco Triolo, che mi coinvolsero nel loro progetto con la necessità di qualcuno creasse dei testi. A quei tempi lavoravo ancora in una casa-famiglia come Educatore, e sul treno che mi portava al lavoro nacque il primo testo per questo nuovo progetto, “Occhi del mare”.
La mia Odissea è un nuovo e particolare progetto musicale di Pop contaminato di Marco Triolo e Ciccio Cucinotta per le musiche; per i testi, sono principalmente miei, ma ho l’obbligo di ricordare Maria Pia Crisafulli che ha contribuito con un testo intero e una parte di una canzone. Non vi parlerò del testo di apertura, perché non è mio e non tocca a me parlarne: il brano iniziare è infatti l’unico scritto interamente da un’altra persona. Vi parlerò invece dei successivi testi nati dalla mia mano, sperando che ve ne innamoriate.
Da subito, prendendo in mano il lavoro lasciato incompleto da Mariapia, ho voluto trasformare quest’opera in modo deciso, dando un tocco di profondità tramite l’analisi di quelle tematiche sociali che tanto mi stanno a cuore, visto anche il mio percorso di studi. Per questo sono partito dal testo di “Elena” che era stato lasciato a metà: ho deciso di trasformarlo, dandogli una direzione che riguardasse l’argomento della violenza sulle donne. Infatti, la canzone parte da una base della mitologia greca per poi arrivare ad un punto di vista odierno: incontriamo Menelao, un marito accecato dalla gelosia che proprio per questo tratta la moglie come un oggetto di cui non riesce a comprendere il gesto di lasciarlo. Insieme alla musica di Ciccio e Marco, le mie parole hanno dato vita a un Blues eccezionale e piacevole. Per chi volesse ascoltarla (ovviamente ve lo consiglio), sotto il link:
Il terzo pezzo dell’album è “Il principe”. Il protagonista si ritrova a camminare in una nuova città e in una nuova casa. Da subito le sue parole interpretate da Ciccio Cucinotta evidenziano la bellezza del posto nuovo in cui si trova. A prima vista, è come se lo stesso protagonista stesse solamente dando una nuova possibilità a questa città e al viaggio (tema comune di tutte le canzone dell’album); in realtà, il senso più profondo è che lui sta dando una nuova possibilità a sé stesso e alla propria vita, perché il protagonista realmente aveva perso il gusto di vivere a causa di una profonda depressione. Dunque, in questo caso il tema sociale che ho scelto di trattare è la depressione, una terribile malattia che tocca moltissime persone ed è molte volte poco conosciuta e poco riconosciuta; molte volte è persino scambiata per qualcosa di banale, ma realmente di banale ha ben poco. La canzone è l’elogio della vita e della spensieratezza che si dirama su radici che scavano in una sofferenza dura e scura, sottolineando che dopo la tempesta c’è sempre il sole. Anche in questo caso, per chi fosse curioso di sentirla, trovate il link di seguito:
Il pezzo dell’album per me più bello, quello che mi fa emozionare di più, è “Il gabbiano e il mare”.
Si tratta di un testo nato dopo una lunghissima meditazione, ispirato da una vecchia e brutta storia d’amore: la donna, rappresentata dal mare agitato, si contrappone ad un gabbiano innamorato che con le sue ali cerca inutilmente di abbracciarla per darle conforto senza riuscirci. È una storia d’amore travagliata, lunga e profonda, che ha finito per essere portata via dal vento. Ma nella mia scrittura, l’amore è una cosa che collega ogni parte dell’Universo; speranzoso, ho creato il testo per collegare ogni cuore innamorato. Volete ascoltarla, eh? Beh… indovinate dove trovate in link…
L’altro testo si intitola “Inganno” ed è un omaggio a uno dei miei autori preferiti, il maestro Howard Phillips Lovecraft. Il testo infatti in sé è proprio un inganno in cui si sente il protagonista parlare con una terza persona, come se fosse un saggio maestro, ma in realtà si tratta di un seguace di divinità esterne e malvagie, che non ha nessuno scrupolo a fare del male all’interlocutore. L’inganno, dunque, è sempre qualcosa che sta dietro l’angolo: andando oltre alla semplice narrativa, l’inganno nel periodo odierno è diventato “IL” vero problema, a causa dell’uso costante di notizie false da parte di politici e giornalisti senza scrupoli, pronti a vendere il proprio ascoltatore a Divinità malvagie e dormienti. Curiosi, eh? Ascoltatela sotto
La bellezza di “Sogni di strade” sta nella sua semplicità ma allo stesso tempo nell’affiatamento venutosi a creare tra gli autori musicali e me. La canzone parla di un bambino che lascia casa sua per percorrere la strada e la vita di uomo adulto, rievocando così le immagini delle strade di campagna circondate da prati infiniti e baciate dal sole estivo. Sogni di strade è un testo in cui parole e musica sono state scritte contemporaneamente esattamente nello stesso istante, un evento difficile ma che ha prodotto un pezzo di arte che porta sino ai sogni rinchiuse in poche righe. Allora sognate anche voi cliccando sul link della canzone:
“La Sicilia è la nostra passione” come testo è nata in un momento di puro esperimento in cui volevo creare un testo musicale fatto di scioglilingua, in un gioco che alla fine esaltasse la bellezza della mia Terra natia. La Sicilia è infatti una terra bellissima, accogliente e florida, ma allo stesso tempo difficilissima da capire e da comprendere, proprio come uno scioglilingua che come una strada avversa ti mostra piano piano la bellezza di casa, una strada che si conclude tornando a casa da quel viaggio in cui Ciccio Cucinotta, capitano di questa nave, ha voluto portare tutti noi in questo mare di emozioni. Gustatela al link
In breve, i protagonisti di La mia odissea sono:
L’ album è stato Registrato e masterizzato presso L’home studio di Marco Triolo che è ha fatto anche la Produzione esecutiva, l’arrangiamento e insieme a Ciccio Cucinotta la produzione Artistica.
Testi sono di Sebastiano Scordato (Io) Eccetto “La Mia Odissea (Verso Itaca)” scritta da Mariapia Crisafulli Ed “Elena” scritta da Mariapia Crisafulli e Sebastiano Scordato ( sempre io).
Grafica è di Vito Pellizzeri Pisto, come le foto elaborate, tranne Il Gabiano e il Mare che è un quadro di Larysa Hludzakova
Add Comment